Cerimonia del The

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view post Posted on 1/2/2011, 20:23




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La cerimonia del tè (Sado) è un rituale di preparazione e un modo di bere il tè. Questa antica tradizione è stata influenzata fortemente dal buddhismo zen, che ne ha dettato lo spiritualismo e la disciplina estetica. Al giorno d'oggi, la cerimonia del tè è un tipo di hobby relativamente popolare, ed ha perso il suo valore tradizionale in nome di una maggior diffusione. Molti giapponesi che sono interessati alla loro propria cultura, prendono lezioni di cerimonia del thè con un insegnante privato o in vere e proprie scuole specializzate. Le cerimonie del tè sono tenute in stanze giapponesi tradizionali nei luoghi di ritrovo culturali o in case private. La cerimonia in se consiste di molti rituali che devono essere imparati a memoria e da una serie di gesti ripetitivi consolidati dalla tradizione di grande ospitalità della casa giapponese. Quasi ogni movimento della mano è studiato nei dettagli. In sostanza, il tè in primo luogo è preparato dal padrone di casa ed in seguito sorseggiato dagli ospiti .La bevanda è the amaro verde fatto delle foglie di thè in polvere. La stanza dove si svolge la cerimonia del the è tipicamente una costruzione aperta su di un lato che si trova a ridosso del giardino giapponese tradizionale, che gli ospiti hanno modo di osservare passeggiando dopo aver partecipato alla cerimonia.
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Il monaco buddhista zen Sen no Rikyū è universalmente considerato il codificatore ultimo della Cerimonia del tè, dopo i grandi maestri Murata Shukō e Takeno Jōō. La Cerimonia del tè di Sen no Rikyū si fonda su quattri principi basilari a cui fanno riferimento tutti i lignaggi scolastici che proseguono gli insegnamenti di questo maestro del tè:

Armonia (和, Wa)
Questa dimensione comprende la relazione ospite-invitato, gli oggetti scelti, il cibo servito. Queste relazioni devono riflettere il ritmo impermanente delle cose e della vita. L'effimero compreso in tutte le cose viene confermato infatti dal loro mutamento costante. Ma essendo l'effimero, l'impermanente, l'unica realtà in cui ci muoviamo esso assurge a Realtà ultima. Ospite e invitato sono in realtà intercambiabili in quanto agiscono coerentemente in questa dimensione di consapevolezza. Prima di offrire il tè, l'ospite porge dei dolci all'invitato, a volte un pasto leggero. Tutto deve essere all'insegna della stagione in corso, al ritmo naturale della cose. Il principio dell' "Armonia" significa dunque essere affrancati da ogni pretesa e da ogni estremismo, incamminati lungo la moderazione e la "Via di mezzo" propria degli antichi insegnamenti buddhisti.

Rispetto (敬, Kei)
È il riconoscimento in ogni persona, ma anche nei più semplici oggetti, della presenza di una innata dignità. Coltivare questo vissuto nella Cerimonia del tè e nella vita permette di comprendere la comunione dell'essenza di tutto ciò che ci circonda.

Purezza (清, Sei)
Va immediatamente precisato che in ambito zen, questo non significa discriminare tra ciò che è "puro" e quello che è ritenuto "impuro", essendo il "puro" e l'"impuro" partecipanti insieme alla Realtà ultima. Spazzare la stanza del tè significa occuparsi di disporre un mondo che accolga anche il "bello". Che consenta a ciò che è "bello" di esprimersi. Questa occupazione è anche una metafora nei confronti della nostra mente e dei nostri vissuti che vanno quotidianamente "spazzati" dai vincoli mondani e dalle loro preoccupazioni, per consentirsi esperienze altrimenti non esperibili. Mentre pulisce la stanza del tè, l'ospite riordina anche se stesso.

Tranquillità (寂, Jaku)
Sōshistsu Sen (千宗室), XV iemoto (家元) del lignaggio Urasenke (裏千家), così esprime questo principio: «Seduto lontano dal mondo, all'unisono con i ritmi della natura, liberato dai vincoli del mondo materiale e dalle comodità corporali, purificato e sensibile all'essenza sacra di tutto ciò che lo circonda, colui che prepara e beve il tè in contemplazione si avvicina ad uno stadio di sublime serenità». L'incontro con l'altro nella Cerimonia del tè amplifica questa dimensione e, come ricorda sempre il XV iemoto dell'Urasenke: «Trovare una serenità duratura in noi stessi in compagnia d'altri: questo è il paradosso.»

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Fonti: Wikipedia, SushiNight
 
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